Teatro, Follia e Trasformazione


Teatro, Follia e Trasformazione

Nell’era della morte definitiva della “specializzazione”, con la realizzazione che la “cosa”in sé non è assolutamente uguale alla somma delle sue parti, e che ogni particella include la totalità della cosa intera…

Nell’era dell’entanglement, dove l’azione di un singolo elemento può avere ripercussioni universali, addirittura trans-dimensionali (cosa che l’artista ha sempre sospettato e lo sciamano ha sempre saputo)…

Nell’era dove la religione, la scienza, l’arte e la politica, invadono di continuo i confini delle proprie competenze, per cercare quel comune denominatore capace di traghettare l’essere umano verso la propria trasformazione e/o trascendenza…

mi sono posto delle domande:
cos’è il teatro oggi?

- Il teatro è pericolo.
- Il teatro è nutrimento.
- Il teatro è esporsi.
- Il teatro è diritto di cittadinanza.
- Il teatro è la voce di chi non ha voce.
- Il teatro combatte lo stigma contro ogni forma di differenza.
- IL TEATRO NON E’ FINZIONE.
- La finzione è un’azione vuota, priva di onestà.
- TEATRO E’ VISSUTO.
- Il teatro non è terapia, ma è terapeutico.
- Il teatro può certamente essere terapeutico, soprattutto per chi lo guarda.
- Il matto non ha bisogno di curarsi dalla propria follia.
- La cura ha bisogno della follia.
- La follia è come una vecchia mappa del tesoro dimenticata nello scantinato.
- Il teatro sociale si occupa di cercare nuovi paradigmi, se no, rimane puramente intrattenimento rappresentativo.
- Le certezze di oggi spariscono come le nuvole al sorgere del sole.
- Il teatro naviga nella complessità.
- Il cambiamento si costruisce, la trasformazione si evoca.
- Il pensiero non è capace di fare un salto quantico se non accelerato dall’ardere di una visione.
- Il pianto è sempre pianto, nonostante la causa.
- Io, sono profondamente te.
- Il passo tra la conoscenza di sé e il riconoscimento nell’altro è automatico.
- L’anima è l’osservatore silenzioso presente al proprio esperire.
- Presenza è la parola magica.
- Presenza = spettatore.
-  La propria presenza è lo spettatore interiore.
- Il teatro è un atto intimo.
- Se l’uomo risponde agli impulsi ciclici ed energetici della natura, è probabile che la natura risponda agli impulsi dell’uomo, cioè, che il rapporto sia bi-direzionale, o per lo meno interattivo.
- Quando il teatro penetra con il suo sguardo feroce le verità nude e crude dell’essere umano, diventa terapeutico. 
- Il teatro è una forza sociale dove la collettività elabora i propri problemi per attivare processi   trasformativi.
- Il teatro non è una stanza, non è un edificio, non è un luogo fisico.
- Il teatro è uno spazio vuoto animato da un accadimento coerente, coinvolgente.
- Nel teatro sociale l’azione fisica e artistica raggiunge la coscienza etica.

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